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EFFETTO TOMATIS

Osservando le alterazioni auditive degli operai affetti da sordità professionale e la carenza vocale registrata nei cantanti lirici assordati dalla loro voce spinta al massimo, Tomatis intuì il parallelismo esistente tra la curva di audizione e la curva vocale della persona.

 

Dalla conclusione degli studi e delle ricerche condotte da Tomatis presentate all’Accademia nazionale di Medicina e all’Accademia francese delle Scienze nel 1957, emerse la consapevolezza che esiste un ciclo audio-vocale secondo il quale:

 

1° legge. “La voce può contenere solo le frequenze che l’orecchio può percepire”.

 

Questa nozione, in cui si dichiara che la laringe emette solo le armoniche che il soggetto è in grado di udire, venne ribattezzata effetto Tomatis e divenne la prima di quelle che in seguito sarebbero state le sue leggi.

 

La prima legge venne dimostrata qualche tempo dopo nel laboratorio diretto dal prof. Housson alla Sorbona e l’effetto Tomatis venne depositato all’Accademia delle Scienze di Parigi nel 1957, per poi essere completato nel 1960 con la formulazione di altre due leggi.

 

La seconda e la terza legge dell’effetto Tomatis furono scoperte e dimostrate grazie all’invenzione di una nuova apparecchiatura, realizzata con l’intento di aiutare i cantanti con problemi di voce e chiamata orecchio elettronico

 

L’apparecchio era costituito da un microfono, da un sistema di amplificatori e di filtri capace di eliminare alcune frequenze ed esaltarne altre e da una cuffia.

Il paziente veniva invitato a parlare o cantare nel microfono e la sua voce filtrata gli veniva restituita attraverso le cuffie.

Tomatis osservò grazie al test audiometrico che in media i cantanti più in difficoltà erano quelli che non udivano bene le alte frequenze.

A fronte di questo Tomatis tarò i filtri dell’orecchio elettronico inibendo le percezioni delle frequenze basse per enfatizzare e permettere al paziente di udire meglio le tonalità più alte.

L’importante miglioramento che Tomatis osservò nei cantanti trattati con orecchio elettronico lo portò alla formulazione della seconda legge dell’Effetto Tomatis:

2° legge “Se si dà all’orecchio leso la possibilità di udire correttamente le frequenze perse o compromesse, queste vengono istantaneamente ed inconsciamente ristabilite nell’emissione vocale”.

Il miglioramento registrato nei pazienti sottoposti a molte ore di esercizi al giorno per settimane, fece dedurre a Tomatis che, con l’allenamento, l’abilità di ascoltare e cantare bene perdurava anche dopo aver smesso di utilizzare l’orecchio elettronico.

 

A fronte di questa nuova consapevolezza, Tomatis fu in grado di formulare la terza legge dell’Effetto Tomatis, detta anche legge della persistenza:

 

3° legge “La stimolazione uditiva effettuata per un certo periodo di tempo modifica, per fenomeno di persistenza, la postura di autoascolto del soggetto e, di conseguenza, la sua fonazione”.

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