DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - DSA

Se volessimo definire i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)potremmo dire che si tratta di specifiche difficoltà di lettura, scrittura e processamento matematico che insorgono in età scolare e che tali abilità non possono essere svolte in modo corretto e fluente a causa di una difficoltà di automatizzazione dei processi di letto-scrittura e calcolo.

 

Ma sapere questo ci permette di capire cosa significa avere un DSA per aiutare lo studente davvero?
Ti proponiamo di metterti nei panni di una persona dislessica e fare questa semplice prova:

“Socdno una riccrea dlel’Unvrsetiià di Carbmdgie l’oidrne dlele lertete all’iternno diuna praloa non ha imprtzaona a ptatp che la pimra e l’ulimta saino nllea gusita psoizoine. Anhce se le ltteere snoo msese a csao una peonrsa può leggere l’inetra fasre sneza poblremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstoro celverlo non lgege ongi sigonla leterta ma tiene in cosinaderzione la prolaa nel suo inesime. Icnrebidile he?”

Coglieresti il significato di questo brano?
Saresti in grado di comprenderlo a un primo sguardo con la stessa facilità dei tuoi compagni di classe? Dopo quanti tentativi ti arrenderesti, archiviando la lettura come qualcosa che non fa per te?

 

Per capire meglio cosa accade a una persona con DSA ti propongo di leggere la storia di Paul:

Paul Madaule era un giovane studente dislessico convinto di valere davvero poco, fino a quando non ha incontrato Alfred Tomatis e l’Audiopsicofonologia.
Da quel primo incontro e dopo diversi cicli di stimolazione neurosensoriale la vita di Paul ha preso una piega completamente differente: ha completato gli studi, è diventato uno psicologo ed ha affiancato il dr. Tomatis per una quarantina d’anni, ha istituito e tutt’oggi dirige il Listening Centre di Toronto, realtà specializzata nel campo dei disturbi dell’apprendimento.
Paul Madaule racconta la sua esperienza in un articolo che descrive il “mondo dislessificato”, ovvero come una persona dislessica vede il mondo:

 

“Agli occhi di molti potrebbe sembrare che la dislessia esista solo nelle aule scolastiche, visto che è l’etichetta che si appiccica addosso al bambino che ha difficoltà nella lettura […] In questo testo il mio intento è focalizzarmi piuttosto sul ragazzo dislessico, sulla persona che sta nascosta dietro il fenomeno della cosiddetta dislessia, proprio perché il bambino dislessico convive con la dislessia in ogni momento della sua giornata: durante la ricreazione, quando è a casa, quando sta con gli amici, quando è solo, quando dorme, quando sogna. Il dislessico lo è in ogni secondo della sua vita […] Il ragazzo dislessico è difficile da ‘afferrare’ perché è il primo a non avere il controllo di se stesso. Se disorienta gli altri è perché è lui il primo a sentirsi disorientato. In effetti, il ragazzo dislessico proietta sugli altri il suo mondo interiore, che noi definiremo “dislessificato”.”

Ancora “Molti dislessici vivono con una sensazione di disagio pressoché costante all’interno del proprio corpo, uno strumento che non riescono a governare né a dominare. […] La dislessia è una condizione di dislessificazione che si estende a tutto il corpo. Spesso si muovono in maniera goffa e appaiono come intralciati o limitati dal loro stesso corpo. […] Non sanno dove mettere le braccia, come muovere le gambe, hanno problemi soprattutto con le mani. Che siano rilassati o irrigiditi, hanno una postura che denota assenza di flessibilità e di naturalezza.”

Norman Doidge, prestigioso psichiatra e divulgatore scientifico, nel suo bestseller “Il cervello infinito” si riferisce a “Il mondo dislessificato” di Paul Madaule, scritto quando Paul aveva solo 28 anni, come a “uno dei più interessanti articoli di argomento clinico che abbia mai letto, un capolavoro di valore clinico purtroppo sottovalutato”.

“Gli psicoterapeuti sono in difficoltà coi dislessici perché lo strumento principale della psicoterapia è la comunicazione verbale. Il dislessico non sa tradurre la sua disabilità in parole, l’introspezione, se non esiste un modo per risolvere il problema, serve solo a riaprire vecchie ferite.” Paul Madaule.

Crediamo fermamente che l’apprendimento vada oltre l’addestramento didattico misurato con parametri performativi: è un processo molto complesso che vede le potenzialità della persona definirsi progressivamente ed è legato alla capacità di adattamento all’ambiente che lo può sostenere o inibire.

 

È noto che i DSA vengano diagnosticati quando i risultati ottenuti dallo studente in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo o espressione scritta, risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello di intelligenza.

Il metodo Vibra considera lo studente con DSA come una persona che deve liberare delle energie per esprimere il suo massimo potenziale affinchè possa sorgere in lui il desiderio di comunicare e la volontà di farlo.

In cosa consiste la stimolazione neurosensoriale?

La stimolazione neurosensoriale consiste nel far lavorare i muscoli dell’orecchio al fine di correggere le distorsioni della postura d’ascolto. Questa stimolazione viene ottenuta con l’aiuto di musica che passa attraverso un apparecchio elettronico chiamato orecchio elettronico, che filtra le frequenze in modo tale che le orecchie si trovino alternativamente in una condizione di “riposo” o di “lavoro”.

 

È una vera ginnastica per l’orecchio che si mette all’opera e che dunque impara ad ascoltare.

 

I supporti sonori utilizzati sono la musica di Mozart e i canti gregoriani scelti per il loro effetto dinamizzante e rilassante.

 

Nel corso del trattamento può essere utilizzata anche la registrazione della voce materna.

 

La programmazione delle sedute è personalizzata e continuamente monitorata.

 

L’orecchio elettronico stimola l’orecchio e il cervello a ripristinare un ambiente favorevole all’ascolto: fa emergere la motivazione all’apprendimento, corregge l’espressione orale, migliora la capacità di trovare le parole giuste, il controllo della prosodia e l’intonazione. Interviene sulla postura, sul livello di energia vitale, migliorando le performances di memoria e logica. Il rapporto con se stessi e gli altri ne risulta inevitabilmente arricchito.

 

Traumi e paure primitive fissate in alcune aree cerebrali possono bloccare la capacità di ascolto originale, ostacolando risorse e uno sviluppo armonico ed equilibrato della personalità.

 

Con le sedute di ascolto è possibile bypassare le zone compromesse facendo arrivare alla coscienza suoni carichi di energia ma emotivamente neutri, che ripristinano la capacità di ascolto rimettendo in moto le potenzialità di recupero della persona.

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